RICORRENZA DEL 50° ANNIVERSARIO DEL TERREMOTO DEL BELICE (1968 – 2018)
Il Terremoto del Belice del 1968 fu un violento evento sismico, che nella notte tra il 14 e il 15 gennaio colpì una vasta area della Sicilia occidentale, la “Valle del Belice”, compresa tra le province di Trapani, Agrigento e Palermo. La prima forte scossa si avvertì alle ore 13:28 locali del 14 gennaio, con gravi danni a Montevago, Gibellina, Salaparuta e Poggioreale; una seconda, alle 14:15, fu sentita fino a Palermo, Trapani e Sciacca. Due ore e mezza più tardi, alle 16:48, ci fu una terza scossa, che causò danni gravi a Gibellina, Menfi, Montevago, Partanna, Poggioreale, Salaparuta, Salemi, Santa Margherita di Belice e Santa Ninfa. Nella notte, alle ore 2:33 del 15 gennaio ci fu una scossa di magnitudo 5.8 della Scala Mercalli, molto violenta che causò gravissimi danni e si sentì fino a Pantelleria. Ma la scossa più forte si verificò poco dopo, alle ore 3:01, di magnitudo 5.9, che causò gli effetti più gravi. A questa se ne avvertirono altre, per complessive 16 scosse. Il 16 gennaio, alle ore 17:43, ci fu una scossa di magnitudo 5.8. I pochi muri ancora rimasti in piedi crollarono completamente, in seguito alla fortissima scossa avvenuta il 25 gennaio, alle ore 10:57, con magnitudo 5.6. Le vittime accertate ufficialmente furono complessivamente di 352 morti, 576 feriti e quasi 100.000 senzatetto. Furono registrate strumentalmente 345 scosse tra il periodo del 14 gennaio – 1º settembre 1968 e le scosse di magnitudo pari o superiore a 3.0, furono 81. Giuliano Ruggeri e Giuseppe Torre, per conto dell’Istituto di Geologia dell’Università degli Studi di Palermo, con fondi del C.N.R., organizzarono un gruppo di ricerca che immediatamente si spostò sui luoghi colpiti dal terremoto, onde realizzare uno studio geologico aggiornato su territori in cui le conoscenze scientifiche apparivano molto scarse.
Benché allora, molti degli areali colpiti dall’evento tellurico non risultassero a rischio sismico, gli Autori, segnalarono nel loro lavoro come alcuni riscontri storici invece affermassero il contrario; ad esempio in Mongitore (1743, vol.2, p.357) si accenna ad un forte sisma che nel 1727 investì la Valle del Belice. Nella pubblicazione viene evidenziato inoltre, come siano stati altresì pericolosi tutti gli avvenimenti successivi all’evento sismico, tra cui la rottura degli equilibri in numerosi affioramenti rocciosi, che determinarono la messa in moto di molte frane.